Busti Ortopedici

Siamo specializzati nella fornitura di busti ortopedici su misura e completamente personalizzabili, crediamo che un busto possa diventare anche bello oltre che estremamente utile quanto indispensabile nella maggior parte dei casi. Tessuti particolari, stoffe pregiate e colorate con i motivi floreali piuttosto che con una texture che lo fa sembrare un jeans alla moda. Che tu sia giovane o anziana, potrai finalmente avere il piacere di indossare un busto di tendenza, che esca dai canoni soliti che quasi fanno perdere la voglia di indossare un oggetto comunque scomodo per la sua natura correttiva della postura.

La Scoliosi



La scoliosi è una condizione che è presente in circa 7 milioni di persone nei soli Stati Uniti d'America. Si stima che, approssimativamente, il 65% dei casi di scoliosi sia idiopatica, circa il 15% siano congenite e circa il 10% siano secondarie a una patologia neuromuscolare (dopo poliomielite, distrofie muscolari, ecc..
La scoliosi idiopatica è una condizione che perdura per l'intera vita, ma non influenza negativamente la speranza di vita degli individui affetti.
La scoliosi idiopatica dell'adolescente non ha un chiaro agente causale ed è generalmente considerata come originata da cause multifattoriali, anche se si ritiene che vi giochino un ruolo fattori genetici[3]. Varie cause sono state implicate, nessuna delle quali ha raccolto il consenso degli scienziati quale causa della scoliosi, sebbene sia ampiamente accettato il ruolo di fattori genetici nello sviluppo di questa condizione[4]. In uno studio, ad esempio, il gene CHD7 è stato associato a una forma idiopatica di scoliosi[4][5]. In uno studio del 2006, tre polimorfismi di microsatelliti del gene MATN1 (responsabile della codifica della proteina Matrilin 1, cartilage matrix protein) costituiti, rispettivamente, da 103, 101, e 99 coppie di basi, sono stati messi in relazione alla scoliosi idiopatica.
Forme congenite della scoliosi possono essere fatte risalire a malformazioni della spina tra la terza e la sesta settimana in utero. È il risultato sia di una incompleta formazione, sia di una mancanza di segmentazione, sia di una combinazione di entrambi.
Scoliosi secondarie a patologie neuromuscolari possono svilupparsi durante l'adolescenza, come nel caso della sindrome del midollo spinale legato.

I pazienti che hanno raggiunto la maturità scheletrica hanno meno probabilità di andare incontro ad un peggioramento. Alcuni gravi casi di scoliosi possono portare ad una diminuzione della capacità polmonare, ad esercitare una pressione sul cuore e a limitare le attività fisiche. Tuttavia i pazienti non vanno spaventati con queste prospettive, perché una buona ginnastica ed un buon corsetto in plastica sono di giovamento.

I pazienti che presentano scoliosi vengono inizialmente esaminati per determinare se la deformità è una causa sottostante.
Durante l'esame, al paziente viene chiesto di mettersi a petto nudo e di piegarsi in avanti. Questo è noto come test Adams con il piegamento in avanti e viene spesso effettuato sugli studenti. Se si nota un rilievo, si ha la possibilità che sia presente una scoliosi e quindi il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi.
Viene, in seguito, valutata la capacità di deambulazione del paziente e si controlla la presenza di altre anomalie (ad esempio, spina bifida, nevi pelosi, lipomi o emangioma). Viene eseguito, inoltre, un approfondito esame neurologico.
Quando si sospetta scoliosi, vengono effettuate delle radiografie, in carico, complete della colonna, sia in antero-posteriore che in laterale. I raggi X sono solitamente utilizzati per valutare le curve di scoliosi, la cifosi e la lordosi, in quanto questi ultimi possono essere presenti frequentemente nei soggetti con scoliosi. La radiografia, su tutta la lunghezza della colonna vertebrale in piedi, è il metodo standard per la valutazione della gravità e della progressione della scoliosi, e permette, inoltre, di valutare se è congenita o idiopatica. Nei soggetti in crescita, si possono eseguire una serie di radiografie in intervalli che vanno dai tre ai 12 mesi, per seguire la progressione della curva, e in alcuni casi, si può completare l'indagine con una risonanza magnetica per valutare il midollo spinale.
Il metodo standard per valutare quantitativamente la curvatura è la misura dell'angolo di Cobb. Questo è l'angolo tra due linee, perpendicolari alla faccia superiore dell'ultima vertebra coinvolta superiormente e alla faccia inferiore dell'ultima vertebra coinvolta inferiormente. Per i pazienti con due curve, gli angoli di Cobb sono calcolati per entrambe le curve.

Corsetti e Busti



Quando, nelle forme un po' più gravi, verrà applicato al paziente il corsetto o il busto in gesso, un esercizio al fine di mobilizzare la curva, sarà lo sgusciamento, e possibili esercizi isotonici e isometrici, da svolgere durante tutta la giornata. Importante è l’incremento della capacità respiratoria, con esercizi di ginnastica, al fine di rieducare la respirazione del paziente nell’apparecchio gessato. Se il corsetto o il busto in gesso sono adatti al problema della persona ci sarà miglioramento oppure la situazione rimarrà statica, invece se non sono adatti al problema potrebbe verificarsi un peggioramento e anche una rotazione. I corsetti si classificano in inamovibili e amovibili.
Tra i corsetti inamovibili, troviamo il Risser e il modello E.D.F. Tra i corsetti amovibili più utilizzati, troviamo il corsetto Milwaukee, il corsetto Boston, il corsetto Lapadula, il Lionese, il Riviera e lo Cheneau.

Corsetto Milwaukee

Il primo è caratterizzato da una presa di bacino in polietilene, "pelotte" di compressione che esercitano delle spinte sui gibbi, aste verticali in lega leggera e collare. È indicato per la scoliosi toracica, toraco lombare, a doppia curva e per il dorso curvo, sempre per curve comprese tra i 20 e 40 gradi Cobbs. È un busto compressivo che non deforma la gabbia toracica, ma limita un poco la funzione respiratoria. Inoltre, il collarino rende questo corsetto dinamico; infatti, esso induce il paziente ad allontanare il capo dal collare. Il risultato è il rafforzamento della muscolatura del tronco. Le indicazioni sono riconducibili fondamentalmente a curve cervicodorsali e nella prima infanzia
In altri casi è preferibile ricorrere ad altre ortesi in quanto quest'ultimo per la presenza del collare, e quindi per la mancata occultabilità, è mal tollerato psicologicamente.
Inoltre gli elementi dinamici (spinte) aggiungibili sulla struttura di base, non garantiscono un buon modellamento dei gibbi.
La durata del trattamento deve essere posologicamente commisurata al grado di deformità, nel senso che deve essere sufficientemente protratta nel tempo cioè fino a maturità scheletrica, ed erogata quotidianamente per un sufficiente numero d'ore: dalle 23 ore su 24, alle 8 ore su 24 in fase di divezzamento dall'ortesi, con verifiche oggettive della stabilità della/e curva/e. Altro modello di Milwaukee è il modello ribassato, usato nella scoliosi toracica semplice bassa – apice T9 – e nella scoliosi toraco-lombare. Identico al precedente busto, per l’eliminazione dell’anello cervicale si rende più accettato dal paziente perché più facilmente occultabile.
Busto milwuakee senza pelotte di compressione, sfrutta soltanto il principio dell'elongazione.

Corsetto Boston

Il Boston può essere considerato come uno sviluppo del tutore Milwaukee. Presenta infatti le stesse indicazioni ma è privo di collare.

Corsetto P.A.S.B. (progressive action short brace)

E' un nuovo corsetto ortopedico per la cura della scoliosi della colonna, ideato dal Prof Lorenzo Aulisa nel 1976 che ha la particolarità di essere modellato in modo da lasciare liberi quei movimenti del tronco che agiscono in modo correttivo sulla colonna questo ha suscitato negli ultimi anni un notevole interesse fra gli specialisti per i vantaggi che offre rispetto a quelli tradizionali. Il "P.A.S.B." (progressive action short brace, in italiano: corsetto corto ad azione progressiva), e' adatto per il trattamento delle scoliosi "basse" (quelle che interessano le vertebre dorso-lombari o lombari) ed e' costruito con una geometria asimmetrica tale da consentire ogni movimento del tronco che sia utile alla correzione della curva, ostacolando tutti gli altri". Questo corsetto, in pratica, corregge la curva non soltanto sfruttando le forze esterne (proprie del corsetto), ma anche quelle interne, prodotte dai movimenti consentiti.

Corsetto Lapadula

Il modello Lapadula (messo a punto dal Dott. Ettore Lapadula negli anni sessanta del secolo scorso) un corsetto monovalva basso realizzato in polietilene, che avvolge il tronco dalla linea sottomammaria all'inguine e posteriormente da D5 sino ai glutei.
Trova indicazione nelle curve lombari, nelle curve dorsolombari e fino a 30° Cobb, con buona riducibilità della curva.
La chiusura è anteriore mediana, può essere sormontato da un telaio metallico all'altezza del manubrio sternale, che evita la fuga anteriore del tronco. La spinta è realizzata con cuscinetti di plastazote opportunamente sagomati e posizionati sul tronco del paziente. Questo corsetto in Altuglass, con lamine dello spessore di almeno 4 mm, rappresenta l'ideale prosecuzione della cura dopo corsetti inamovibili tipo Risser, ma può essere utilizzato da solo all'esordio in curve scoliotiche fino a 35° Cobb, in curve estese cranialmente fino a D4, con gibbosità fino a 20 mm

Corsetto lionese

Il modello Lionese consta di una presa di bacino a due valve laterali e da due ascellari, incernierati posteriormente ad un montante metallico longitudinale mediano e solidarizzati anteriormente da un montante analogo con uno scudetto imbottito davanti al manubrio sternale, all'estremità superiore. Al " telaio" sono aggiunte le spinte incernierate posteriormente e raccordate con outrigger che segue l'inclinazione costale che consente una modulabilità della spinta stessa. Tale corsetto è di difficile costruzione e va realizzato da tecnici esperti; richiede, inoltre, un adattamento antropometrico ottimale.

Corsetto Riviera

Il Riviera è usato per il trattamento incruento della scoliosi lombare e della scoliosi toraco-lombare con vertebra apicale su T12. Le forze correttive di questo semplice tutore agiscono in tre punti:
1° punto = la pelota sull’apice del gibbo 2° punto = la presa pelvica 3° punto = il supporto sottoascellare dal lato opposto
I principi meccanici si ispirano a quelli del busto MW, fornendo una azione correttiva sia passiva che attiva. Il dettaglio particolarmente importante è il modellamento del montante laterale dal lato opposto alla pelotta laterale, in modo da consentire la traslazione del tronco indotta dalla pelotta stessa con la sua pressione. Una eventuale pelotta toracica previene un possibile aggravamento della curva di compenso toracica a volte favorito dalle forze che agiscono sulla curva principale. Non essendovi ampie zone di contatto rigido con il torace il busto non è causa di – deformità toraciche – verticalizzazione di coste – diminuzione della capacità respiratoria. Di facile occultabilità, non determina danno estetico ed è quindi facilmente accettato dai pazienti e familiari.

Corsetto Cheneau

Il modello Cheneau è un corsetto monovalva in polietilene che si differenzia dal precedente perché è più alto, arriva, infatti, fino a D4 e le parti ascellari si prolungano anteriormente e sono raccordate da un tirante modulare. L'ortesi è utilizzata anche per l'immobilizzazione di pazienti che hanno subito fratture e interventi chirurgici. Non presenta parti metalliche, eccetto, eventualmente, una staffa di fissaggio anteriore e i punzoni per il fissaggio delle cinghie di regolazione.
Esso trova indicazione:
Curve dorsali e lombari, pure o doppie
Curve dorsolombari
Fino a 30° Cobb
Controllo dei gibbi dorsali fino a 5 mm

Corsetti inamovibili

Il corsetto gessato proposto da Risser sin dagli anni trenta è utile in particolare per vincere la resistenza opposta da curve rigide, con raggio di curvatura relativamente breve e sensibile componente di rotazione. Il paziente viene posto su di un particolare "letto" in posizione supina e ad anche flesse. Concetto fondamentale della correzione è quello di agire con spinte che facendo fulcro sull'apice della curva agiscano in deflessione, provocando una correzione della rotazione della deviazione laterale. Il corsetto gessato nel suo schema classico viene confezionato in due parti distinte che vengono poi riunite per riportare il rachide ad una situazione di rettilineità.

Corsetto modello E.D.F.

Per quanto riguarda il modello E.D.F, terminato il periodo di preparazione della durata di una decina di giorni si confeziona il corsetto gessato secondo la tecnica di Cotrel che permette una triplice azione di elongazione, derotazione e deflessione laterale (E.D.F.). Il paziente viene posto sul lettino con il bacino fissato da fasce di tela che s'incrociano sopra le creste iliache ed in trazione al capo per mezzo di una mentoniera. L'elongazione viene controllata da un dinamometro con valori di trazione corrispondenti ad 1/3 del peso corporeo. Si confeziona il corsetto gessato e prima che faccia presa si applicano le bende di derotazione e la benda di fissazione scapolare a tre capi.
Quando il gesso è asciutto viene ampiamente fenestrato anteriormente, lasciando una spinta sulla gibbosità costale anteriore e posteriormente a livello della concavità della curva dorsale per permettere l'espansione della parte depressa del torace. Man mano che si forma uno spazio libero tra spinta gessata e parete toracica della parte della convessità della curva si aggiungono feltri per ridurre gradualmente la gibbosità. Le spalle vengono tagliate asimmetricamente per permettere la retroposizione dal lato convesso e l'anteposizione dal lato concavo. Vengono confezionati 2-3 corsetti gessati per un periodo totale di sei-otto mesi.

Corsetto Spinecor

Un particolare attenzione è da dedicare al moderno tipo di corsetto amovibile chiamato Spinecor, nato nel ’93 in Canada, presso il St. Justine Hospital di Montreal, a seguito di una ricerca sull’eziopatogenesi della scoliosi. È utilizzato in maniera selettiva nelle scoliosi adolescenziali per curve lievi tra i 20° e i 30° e fino a 35° e per ritardare, nelle scoliosi giovanili, l’indossamento del corsetto rigido ma al tempo stesso fornire già una terapia efficace. Lo Spinecor è un corsetto dinamico basato sul principio del Movimento Correttivo Spinecor che viene insegnato e mantenuto nel tempo attraverso una specifica fasciatura elastica.
Vantaggi e svantaggi derivanti dall'uso dello Spinecor
Rispetto agli esercizi il Sistema SpineCor ha una maggiore efficacia terapeutica (migliori risultati) e di risparmio di tempo (gli esercizi vanno comunque effettuati, ma con minor frequenza), uno svantaggio in termini di invasività e di costo iniziale.
Rispetto al corsetto rigido il Sistema SpineCor è praticamente invisibile (una maglietta sotto i vestiti…) e consente tutti i movimenti del tronco; inoltre, richiede esercizi compensativi meno assidui perché ha un impatto negativo minore a livello fisico (nonché, ovviamente, psicologico); lo svantaggio è la minore efficacia complessiva e il fatto che il follow-up richiede un controllo più ravvicinato e assiduo e un maggior numero di radiografie.
Lo svantaggio in termini assoluti rispetto ai corsetti tradizionali, è che, come per gli apparecchi ortodontici e gli occhiali da vista, non esiste al momento la possibilità di avere un rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale né risulta mutuabile, nonostante sia anch'esso rivolto a pazienti minorenni, come avviene per gli altri corsetti tradizionali; essendo una prestazione sanitaria, il costo può comunque essere dedotto dalla dichiarazione dei redditi.

Prescrizione del corsetto Spinecor

La prescrizione del Sistema Spinecor deve essere effettuata da un medico specialista. La sua collocazione terapeutica si pone tra la prescrizione di soli esercizi e la prescrizione di un corsetto rigido. Di conseguenza, è appropriato in particolare per questi gruppi di pazienti affetti da scoliosi:

ragazzi in peggioramento nonostante il trattamento con esercizi, ma non ancora così gravi da richiedere un corsetto rigido;
ragazzi che richiederebbero un corsetto rigido a tempo parziale, ma in cui è ancora possibile cercare un miglioramento con un trattamento meno invasivo;
ragazzi che rifiutano assolutamente il trattamento con esercizi o con corsetto rigido (in questo caso però i risultati ottenuti con il Sistema SpineCor sono meno affidabili);
bambini piccoli.

Trattamento chirurgico

La chirurgia è una terapia da evitare. Da alcuni viene indicata nei casi in cui gli altri rimedi non abbiano portato a miglioramenti e soltanto quando la curva scoliotica raggiunga i 45-50°. L'intervento viene effettuato prima dei diciotto anni d'età e consiste in un innesto nella zona bersaglio di tessuto osseo, autoplastico endogeno o esogeno (banca dell'osso), per correggere il tratto anormale e portare alla maturazione della artrodesi. Dopo l'intervento si può ottenere un incremento notevole della statura, più il soggetto è alto più consistente sarà l'aumento, post-operatorio, di cm dovuto al recupero della deviazione della colonna vertebrale. Il dolore post-operatorio è elevato ma parzialmente controllabile.

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